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domenica 18 marzo 2018

ANGELICA E IL NUOVO MONDO di Anne e Serge Golon - Vol XII


Ci eravamo lasciati sul più bello in ANGELICA E IL PIRATA. Dopo tensioni, scontri, rivelazioni, finalmente Joffrey e la nostra eroina si erano abbandonati l'uno nelle braccia dell'altra, ritrovando in qualche modo la passata sintonia. La riscoperta è però durata poco in quanto gli ugonotti, a bordo della nave, non fidandosi dell'ambiguo e pericoloso Rescator, prendono il sopravvento, dopo aver corrotto alcuni membri dell'equipaggio e Joffrey e gli uomini rimasti a lui fedele vengono catturati.


Angelica, che lo ha ritrovato dopo quindi anni di separazione, teme che possa perderlo di nuovo, prima ancora di poter chiarire con lui tutto il loro passato reciproco. Divisa tra la fedeltà agli amici, ma l'amore assoluto per il marito, che pian piano si riaccende, cerca inutilmente di fare da mediatrice, ma anche gli agnelli più innocui finiscono per rivelarsi dei lupi.


Gli amici fedeli di Joffrey, tra cui il vecchio medico che si era preso cura di lui, subito dopo essere fuggito al rogo di Piazza de Grève, viene barbaramente ucciso per la sua origine islamica, così come il fedele capitano Jason. La vendetta di Joffrey sarà atroce. 


Utilizzando la nave come un rifugio segreto, fatto di corridoi nascosti, di stanze occulte, Joffrey si rifugia con i suoi uomini, riuscendo ad affamare e a lasciare a secco gli ugonotti e gli ammutinati. Quando poi la nave finisce in una corrente particolare, che non riescono a gestire, Joffrey utilizza le sue competenze per ricattarli.


Angelica sente che l'uomo ritrovato è una persona sconosciuta e il ricordo dell'amore passato quello di una ragazzina che non era arrivata a capire fino in fondo l'uomo. Quando la nave arrivano sulle sponde del territorio americano,  Joffrey, grazie all'aiuto anche dei pellerossa locali, suo alleati, riesce ad avere il sopravvento sui suoi nemici.


Deciso a farli impiccare tutti, gli ugonotti pregano Angelica di intercedere con lui, pur ignorando il reale legame tra la donna e il pirata. La nostra eroina, pur condannando il gesto che ha messo a rischio la vita di Joffrey, è stanca di violenza e di guerra, pensa ai bambini che rimarranno senza padri e va da Joffrey decisa a supplicarlo in tutti i modi pur di indurlo a risparmiare la loro vita.


Joffrey, pian piano, fa cadere tutti i pregiudizi che aveva nei confronti di Angelica, cominciando a capire la donna, completamente diversa dalla ragazzina fascinosa che aveva avuto in dono come sposa, in un matrimonio combinato che era servito soprattutto per acquisire una miniera.


Quindici anni sono passati e Angelica è diventata una donna forte, bellissima, determinata, una vera e propria eroina che attraversato l'inferno e ne è uscita purificata. Tutte le barriere che lui aveva innalzato per difendere il suo cuore, per non permetterle di ferirlo ancora, cadranno ed Angelica avrà la forza di raccontargli tutto il suo tormentoso passato, incluso la notte di Plessis, che ha portato alla nascita di Honorine.


 Toccante il momento in cui la bambina, che durante i vari volumi continuava a chiedere a qualsiasi uomo ruotasse intorno a sua madre, se fosse il padre, alla fine otterrà da Joffrey la tanto attesa risposta.


E la conclusione, con l'arrivo della carovana che porta con sé due grandi sorprese, per Angelica, finiranno per sancire un finale toccante ed intenso, aspettato tanti anni, dalla nostra eroina e dai suoi lettori e che in qualche modo sembra quasi una conclusione di questo ciclo di avventure. 


Non è così. Gli altri volumi ci rivelano che le vicende di Angelica e di Joffrey non sono ancora finite e che in questo nuovo mondo, tutto loro, c'è ancora tanto da scoprire e da conquistare, ma resta, alla fine di questo volume, il piacere per la bellezza di una storia che, malgrado i decenni, conserva tutto il suo fascino.


FRASI TRATTE DAL ROMANZO


«È l'ultima prova»,  le  gridava una voce interiore.  —Il destino non vuole sapere niente del nostro amore  —disse ad alta voce— forse perché è troppo bello, troppo grande, troppo forte. Ma il destino si può vincere, come lo diceva Osman Ferradji.


***


—Ridete! —esclamò in collera. - Tutte le tempeste vi fanno ridere, Joffrey  de Peyrac... Le torture vi fanno ridere. Cantavate nello spiazzato di Notre  Dame...  Che vi importa se io piango? Che importa se ho paura delle tempeste, includo del Mediterraneo, senza di voi...

***



A che cosa vi serve essere trascinati verso una terra nuova, se vi portate sotto le suole delle vostre scarpe il fango di tutte le sciocchezze, tutta la polvere sterile del vecchio mondo?


***


Era un suo amico, ne sono sicura, come Osman Ferradji lo era per me. Lo ha salvato e lo ha curato. Senza di lui, Joffrey sarebbe morto e loro lo hanno ucciso.»  Angelica non sapeva più a chi odiare e a chi amare. Gli uomini, tutti gli uomini, erano imperdonabili. Capiva perché Dio, esasperato all'improvviso, inviasse fuoco sulle città e diluvi sulla terra per distruggere questa specie ingrata.



***


Giocate continuamente una partita, perseguendo un obiettivo. Quando siete sincero?  —Quando vi tengo tra le mie braccia, bella mia. Solo allora spetto di sapere quello che faccio. Ed è un errore che ho pagato molto caro.


***


Non desidero il male,  Joffrey. Il male è la morte e a me piace la vita.


***


La  terra  selvaggia ed aspra dove la stava portando non poteva accontentarsi di cuori meschini e vuoti. Aveva bisogno di devozione.

***


La vostra richiesta è ingiuriosa nei miei confronti, signora, e temo che vi spinga un affetto disprezzabile verso uno di quegli uomini che hanno tradito me, vostro marito, che pretendete di amare.—No, no,  e voi lo sapete bene. Amos solo voi. Non ho mai amato altri che voi fino a morirne, fino a perdere la vita per voi, fino a perdere il cuore lontano da voi.



***


Era stato difficile scoprirla, accettarla. La sua esperienza con le donne non gli serviva a nulla per comprendere quella, perché nessuna di quelle che aveva incontrato le somigliava. Non era perché era caduta molto in basso perché lui la riconoscesse, ma perché era salita ancora più in alto.


***


A parte di questa speranza di salvarli, di condurli ai verdi pascoli promessi secondo la loro ingenua credenza, che cosa mi resta? Ho perso tutto: le mie terre, il mio rango, il mio nome, il mio onore, i miei figli e voi...il vostro amore. Non mi resta nulla, tranne questa bambina maledetta.


***


Ti dirò una cosa, cara  Honorine.  Sei stata la mia preferita. Mi hai ispirato l'amore più grande che abbia sperimentato per gli altri miei figli. Mi sembra che, per disgrazia, fosti tu quella che mi ha insegnato ad essere madre. Non dovrei confessarlo, ma voglio che in qualche modo tu lo sappia. Perché tu non hai ricevuto nulla quando sei nata.



***


Volevate le isole, signora. Qui le tenete.—Come si chiama questo paese? —chiese lei.—Gouldsboro


***


 —Entambi siamo un po' pazzi —mormorò con dolcezza —Non credi?(Joffrey ad Angelica)


***


—Ho lasciato la mia capanna a quella Lady ammirevole che utilizza così bene la pistola e che i pellerossa hanno soprannominato "La luce dell'estate"!. Signor de Peyrac,  scusatemi ma vi devo fare i miei complimenti. Si dice che sia la vostra amante. —No, non è la mia amante, ma mia moglie. — Voi sposato! —esclamò l'altro. —...  Impossibile!   Lei, vostra moglie? Ma da quando?—Da sedici anni  —rispose il conte, riprendendo il galoppo.


***


—Lo spirito dei bianchi è opaco e rigido come una pelle tagliata male — rispose  Joffrey de Peyrac—. Non ho la tua visione penetrante, oh sakem, e mi pongo delle domande su quella donna. Ignora se sia ancora degna di stare sotto il mio tetto e di dividere il mio letto.


***


Temo che vi facciate delle illusioni. Sono ricco, ma il mio regno è vergine. I miei palazzi non sono altro che forti fatti di tronchi d'albero. Non posso offrirvi vestito sontuosi, né gioielli. Tutto questo è inutile in questo deserto, né sicurezza, né comodità, né gloria,  niente di quello  che compiace le donne.  — L'unica cosa che compiace le donne è l'amore.


***


Il vecchio indiano sorrise a metà: —La sua carne è fatta di miele. Assaporala.(Massaswa a Joffrey)


***



—In questo vi sbagliate —disse il conte— Dopo il cavallo, la carta è la conquista più grande dell'uomo, senza la quale non può vivere. L'essere umano si perde se non può esprimere il suo pensiero dandogli una forma meno duratura della parola. Il foglio di carta è il riflesso nel quale gli piace contemplarsi, come una donna allo specchio.


***


—Sono stato un guardiano pessimo, mio povero tesoro...mio prezioso tesoro, tante volte perduto. —Joffrey —mormorò Angelica.


***


Darmi al re? Potevo tradirvi, dopo che lui vi aveva condannato ingiustamente? Privandomi di voi, mi aveva tolto tutto: tutti i piaceri, tutti gli onori della corte non potevano sostituire la vostra assenza. Ah quanto vi ho invocato, mi amore perduto.


***


Maine.  —È un paese che vi somiglia, eccentrico, troppo ben dotato per non essere interpretato male. Lo trasformerete nel vostro paese prediletto, ne sono sicuro.


***


Joffrey de Peyrac aveva attraversato diversi destino con un'eleganza costante.


***


È strano —mormorò Angelica— Ho l'impressione che tutto mi sia stato restituito centuplicato. Credevo di aver abbandonato per sempre il paese della mia infanzia, la terra dei miei antenati. Posso dire che gli alberi che ci circondano mi ricordano il bosco di  Nieul?  Sì,  pero  ampliato, molto più bello, profondo, opulento. Ho l'impressione che accada lo stesso con tutto. Ho la sensazione che tutto sia smisurato, aumentato, esaltato: la vita, il futuro...il nostro amore.


***


Notte senza fine, notte di carezze, di baci, di abbracci, di confessioni mormorate e restituite in sussurri, di sogni senza incubi, interrotti da amorosi risvegli. Nelle braccia di colui che aveva tanto amato ed atteso, Angelica, trasfigurata, ritornava ad essere la Venere segreta delle notti d'amore che faceva svenire di estasi gli amanti colmi, lasciandoli pieno di un desiderio e di un dolore incurabili. El vento della tempesta cancellata tutti i ricordi e annullava i fantasmi. 

***


Sei l'unica donna che ha avuto il potere di farmi soffrire.(Joffrey ad Angelica)


***


—Ah, che codarda che sono! —sospirò Angelica.—Brava! Un grammo di codardia va benissimo con la vostra bellezza imperiosa. Siate codarda, debole, amore mio, che siete bellissima così.—Dovrei odiarvi.  —Non astenetevi, amore mio, a patto che continuiate ad amarmi. 


***




—Sei tutto per me —disse Joffrey. Il fervore della sua voce colmò Angelica. Adesso sapeva, che dopo tanti ostacoli, aveva raggiunto la sua meta: ritrovarlo, essere nelle sue braccia, possedere il suo cuore. La vita si apriva davanti al suo amore. 

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