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venerdì 3 novembre 2017

La ricetta segreta della felicità di Jules Stanbridge

Questo libro mi ha un po' confuso le idee. Sono partita lenta, annoiata e per finirlo ho impiegato quasi tre settimane.
C'era qualcosa che mi spingeva ad andare avanti, ma i punti che rallentavano la lettura erano tanti e spesso infarciti di crema.


Forse è la mia scarsa attitudine alla cucina o l'impossibilità di ingerire qualcosa di favolosamente dolce, senza sentirmi male, ma sta di fatto che questo libro ho faticato a digerirlo, anche se, nel complesso, l'ho trovato gradevole.
Siamo in presenza di un chick lit: la protagonista è una donna in carriera, con un divorzio e un aborto alle spalle, che si ritrovava da un giorno all'altro anche senza un lavoro e deve a decidere della sua esistenza. Maddy ha una passione per la cucina e in particolare per le torte, così, spinta dalla sorella si decide a cambiare completamente la sua vita, abbandonando il vecchio settore lavorativo, diventando imprenditrice di se stessa. Inizia con confezionare torte in casa e finisce con l'acquistare una sala da tè. Durante il percorso cerca anche di dare una sistemata alla sua vita sentimentale, finendo con l'imbattersi prima in situazioni non molto promettenti, fino a quando non incontra l'uomo giusto per lei.


Come capita nella vita reale, Maddy non comprende subito che Matt è l'uomo che sta cercando, anche perché i primi incontri si rivelano per lei veramente imbarazzanti  e molto poco romantici. Nonostante tutto, lui c'è sempre. L'ascolta, la consiglia, apprezza i suoi dolci... Insomma, è la torta al cioccolato che Maddy cerca da tempo. Peccato che Matt sia rimasto vedovo da poco con due bambine a carico e non vuole sconvolgere nuovamente le figlie con l'arrivo di un'altra donna nella loro vita.
Tra alti e bassi Maddy impara a contare sulle sue forze, cercando di capire se Matt è veramente l'uomo della sua vita.


La narrazione, a mio parere, è rallentata da troppi riferimenti dolciari, ma l'autrice è brava a trasmettere credibilità alla storia, per cui, sia nei dialoghi, che nella dinamica tra i personaggi si riscontra sempre una certa aderenza alla realtà, che non toglie nulla al romanticismo.
Una nota merita il finale: inesistente o quasi. Sono tornata indietro due volte per capire come finiva. Qualche rigo in più lo avrei dedicato ai due protagonisti. Non le costava tanto e dava maggiore respiro alla storia.
Dovendo esprimere un giudizio complessivo, lo definirei carino, ma poco fluido.

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