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sabato 10 giugno 2017

MI APPARTIENI di Johanna Lindsey


MI APPARTIENI  è il secondo volume della serie nota come Cardinia di una scrittrice di mestiere come Johanna Lindsey. Come sottolineato dal titolo, al centro di tutta la storia c'è soprattutto il racconto di un amore intenso che si manifesta come forma di possesso che lega due personaggi quanto mai lontani da un simile concetto.  
Fin dalle prime battute del romanzo, ci rendiamo conto di essere quanto mai lontani dalle verdeggianti ed umide campagne inglesi a cui molti romanzi storici ci hanno abituato, ma ci ritroviamo catapultati in Russia, nella campagne battute a cavallo dalla nostra singolare eroina, ovvero  Alexandra Rubliov, da tutti chiamata familiarmente Alex. 



Alex  è uno spirito indipendente che reputa che l'amore sia la forma massima di libera scelta. Si è già innamorata e ha ceduto il suo cuore durante il suo primo ballo in società e l'uomo che ha scelto è un aristocratico inglese che però si rivela piuttosto blando ed incapace di affrontare la sua impetuosità. Richiamato in patria, sono ormai sette anni che la ragazza aspetta una sua dichiarazione, ma non ottiene nulla ad eccezione lettere d'amore alquanto caute dove mai compare la parola matrimonio.



Contrario a questa strana relazione a distanza, è sicuramente il padre di lei, infastidito anche dalla sistematica eliminazione di tutti gli altri pretendenti che le presenta. Così un giorno, deciso a forzare la mano del destino, invia alla vedova di quello che un tempo era il suo miglior amico una lettera dove dichiara che quindici anni prima era stato stipulato un contratto tra lui ed il marito della donna per vincolare i loro due figli al tempo ancora bambini.


In Russia la società aristocratica ha leggi molto più strette di quelle dell'Inghilterra ottocentesca. Basti pensare alle nostre nozioni di conoscenza scolastica, dove ci veniva detto che la guerra   portò alla caduta dello zar e del sistema ormai arcaico che vigeva da secoli mentre il resto del mondo era diventato moderno. Qui siamo alla soglia dei primi decenni dell'ottocento, ancora quindi in pieno mondo arcaico, dove un accordo matrimoniale vale praticamente come una firma su un contratto d'affari da cui diventa complicato retrocedere. Se il Barone gongola felice, dicendosi che questa volta Alexandra non si potrà tirare indietro, sembra che i conti siano stati fatti senza l'oste e l'oste di riferimento è il Conte Vasili, donnaiolo impenitente, Apollo di una bellezza vergognosa ed irritante che finisce per avere troppe donne per poterle contare e quindi allergico al matrimonio.


Memorabile il suo incontro con la madre che gli annuncia, senza riuscire a contenere la gioia, l'esistenza di questo accordo matrimoniale stipulato dal padre. La furia del Conte è solo paragonabile alla rabbia di Alexandra alla scoperta che una spada di Damocle pende sul suo destino.Facile immaginare come l'incontro/scontro tra due personaggi simili possa solo produrre scintille.

Quando lei vede il promesso sposo,  si presenta vestita come un uomo sporco e trascurato (malgrado la notevole bellezza che la natura le ha regalato) e Vasili appare troppo bello per essere vero.

Malgrado un logico stupore da parte di entrambi, la guerra scoppia subito con lei che inviperita esclama:  "Non sposerò mai un uomo che è più bello di me!!!" E lui non può credere di aver trovato una donna che non solo non lo desidera per niente (e questo per Vasili è davvero un trauma psicologico), ma soprattutto che questa creatura rozza, volgare, rissosa debba diventare sua moglie e portare il suo nome.

Tanti i momenti memorabili, tra cui la scena della locanda mentre i due, costretti a partire alla volta dello Stato in cui vive il giovane, si fanno una guerra senza sosta. Durante il viaggio i due si fermano in una locanda dove, sotto gli occhi della futura sposa, Vasali prende appuntamento con la cameriera della locanda, per dimostrarle che lui sarà un pessimo marito. Alexandra viene definita da tutti quelli che la conoscono una creatura possessiva e gelosa. Non permette alla ragazza della locanda nemmeno di uscire dalla sala che la raggiunge acciuffandola per i capelli e marcando il territorio. Quello che suo è suo e non lo condividerà con nessuno, anche se fino ad allora ha dichiarato fino alla noia di non volerlo.  Ovviamente è un tentativo di far capire al fidanzato che se commetterà l'errore di accettare il contratto, per lui sarà finita la libertà. Vasili è diviso tra una furia selvaggia e l'orrore difronte a questa creatura furiosa, ma stranamente affascinante.



Buona parte del romanzo è occupata dal viaggio, inteso in senso metaforico come percorso di vita in cui si intrecciano mille storie e mille personaggi, ma anche il viaggio inteso come esperienza fisica di passaggio. Vasili trascina l'eccentrica baronessa Alexandra attraverso un territorio gelido ed inospitale anche per sfiancarla e farsi odiare, ma l'attraversata serve solo ad entrambi per conoscerci e per regalare ai lettori scontri assolutamente memorabili.


Il senso di possesso che lei sviluppa per le "cose" che le appartengono è decisamente divertente e singolare anche per la reazione di panico del povero protagonista che ha lasciato alle sue spalle una scia di donne che neanche ricorda. Eppure i suoi modi assolutamente sconvenienti, la sua testardaggine, la sua decisione lo attirano sempre di più, come quella passione fisica che irrazionalmente lo domina incontrollata. Altro momento clou del viaggio è il furto di cavalli avvenuto da parte di un gruppo di banditi vecchie conoscenze di Vasili. Il modo in cui la baronessa si lancia a peso morto sugli aggressori peggiorando la situazione determina un momento di difficoltà, ma permette anche ai due di abbandonarsi alla passione per la prima volta. E dopo tante traversie finalmente si arriva alla "Terra Promessa", ovvero a Cardinia.





La parte del soggiorno a Cardinia è quella a mio parere che ha meno smalto, soprattutto dopo l'emozionante viaggio, ma la storia si riprende con  la fuga e poi la partenza per l'Inghilterra dove Alex incontrerà nuovamente  il tanto famoso Christopher e dove vivrà una nuova vita per trovare un padre al figlio che aspetta  fino all'arrivo di Vasili in città. Quando quest'ultimo  compare al ballo, accolto da voci stupite per una bellezza indescrivibile, in qualche modo l'autrice ci restituisce il nostro Apollo Dorato (come lo chiama la protagonista). Ovviamente la conclusione è degna di questo romanzo pieno di passione, avventura e carattere come i due protagonisti.  Lo consiglio vivamente.




FRASI TRATTE DAL ROMANZO: 

Maledetta donna, ma non poteva almeno reagire in modo normale? Doveva proprio essere diversa sotto tutti i punti di vista? 

**

  
«Allora è vero che è violenta di natura.» 
«Solo per difendere quello che le appartiene.» 
"E tu, amico mio, ai suoi occhi fai parte dei beni di sua proprietà.» 

***

  
Vi garantisco che ai miei occhi non sarete mai nient'altro che una seccatura, anche se farò di tutto per ignorarvi.

***

  
Comincio a desiderare vivamente questo matrimonio, così potrò passare il resto dei miei giorni a rendervi infelice.» 

***
  

Io non vi voglio, ma per il momento siete mio.


***


«Ma questa non è una di quelle donne da prendere e lasciare che non ti spiace dividere con gli amici, Vasili. Stiamo parlando della tua fidanzata, la donna scelta da tuo padre, approvata da tua madre - per lo meno fino a quando non la incontrerà di persona -, la tua futura legittima sposa.» «Un dato di fatto che sto tentando di cambiare con un minimo di collaborazione da parte di un amico.» 

***

  
«Donna, non puzzavate quando vi ho conosciuta.»

  
***

La passione è un'emozione capricciosa, cambia facilmente obiettivo.

  ***

«Considererò ogni violenza da parte vostra o dietro vostra istigazione alla stregua di uno schiaffo.»

  ***

Dunque Petroff era in grado di compiere un'azione disinteressata. Non che fosse granché, visto il numero dei suoi difetti... 

  ***

Persino dei banditi di montagna, quali essi erano, conoscevano il galateo meglio della sua fidanzata.

  ***
E lui che aveva sperato che Alexandra si sottraesse alla regola generale: ma, ovviamente, quando poteva benissimo essere anormale, eccola rientrare perfettamente nella norma.

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