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domenica 26 febbraio 2017

LEGAMI DI SANGUE di Diana Gabaldon



Il precedente volume della saga di OUTLANDER, ovvero IL PREZZO DELLA VITTORIA, ci aveva lasciato in sospeso con il ritorno tanto aspettato dell'eroe, una di quelle esperienze frustranti ed emozionanti insieme a cui la Gabaldon ci ha in qualche modo abituato nel corso di questa lunga storia, snocciolata nel corso di decenni. L'uscita di LEGAMI DI SANGUE ha portato le risposte che stavamo aspettando, regalandoci un nuovo capitolo entusiasmante e pieno di passione, lotta, energia, quasi come se fossimo al principio di questa grande avventura. Sembra quasi che la Gabaldon abbia attinto nuova linfa vitale e che l'abbia riversata in questa storia. 


La Gabaldon è un'autrice che ormai il mio cuore ha adottato, nel bene e nel male. Nel corso della nostra relazione mi ha sedotto, tradito, abbandonato, riconquistato innumerevoli volte e anche in IL PREZZO DELLA VITTORIA ci ha chiuso la porta sul più bello, ovvero quando un Jamie redivivo, che noi lettrici sapevamo non essere morto nel naufragio della nave che doveva riportarlo in America insieme a Jenny, ricompare nella vita di Claire, John e William, che in qualche modo erano andati avanti senza di lui. Il suo ritorno ha lo stesso rimbombo di un tuono in una vallata silenziosa, sconvolgendo l'esistenza di tutti loro. 



Per tutti quelli che sono arrivati a questo punto della cavalcata, la lettura di LEGAMI DI SANGUE diventa obbligatoria, al fronte del desiderio di un chiarimento tra Jamie e Claire, soprattutto in quanto quest'ultima si è sposata con Lord John e come quest'ultimo rivela al suo amico le nozze non sono state solo di nome, ma si è trattato un matrimonio vero e proprio. Tutta la prima parte è costruita quasi come un ansioso inseguimento, dove tutti gli eventi sembrano in qualche modo allontanarli, rimandando l'incontro chiarificatore, mentre la politica arriva aggressiva a sconvolgere l'esistenza del nostro eroe ancora una volta, basti pensare all'emozionante incontro in una capanna tra i boschi con un personaggio del calibro di George Washington che lo nomina Generale incaricandogli una nuova missione. 


L'incontro tra Claire e Jamie arriverà e sarà emozionante come se entrambi avessero solo vent'anni e l'amore tra di loro fosse ancora venato di quella passionalità struggente e capricciosa della giovinezza. Eppure sicuramente, malgrado la passione, si ritrova tutta la forza e la solidità di un sentimento che ha attraversato decenni e che è diventato la ragione della vita stessa. Difronte a due caratteri come i loro, poco conta l'età e qualche ruga. Continuano ad essere i due ragazzini che si sono ritrovati nel tempo e nello spazio, che si sono amati, malgrado la distanza, che si sono tenuti per mano in un mondo nuovo, ricostruendo la loro esistenza pietra su pietra. 


Anche se appena ritrovatisi, con la nuova missione che gli è stata affidata, Jamie si vede costretto a partire nuovamente per il fronte, ed ovviamente al suo fianco ritroviamo la nostra Claire e quel vero figlio di entrambi che altri non è che il giovane Ian. Se la nostra eroina offre come al solito le sue competenze mediche all'esercito continentale, la sua presenza non è accettata senza riserve dagli altri medici presenti, per la sua condizione di donna, per invidie e gelosie varie. Unica eccezione è quella di Denny Hunter, il quacchero che avevamo già incontrato nel romanzo precedente, ovvero il fratello della bella Rachel ed il fidanzato di Dottie, la cugina di William, che con abile sotterfugio e con la collaborazione del ragazzo era riuscita a raggiungere Denny in America, decisa a sfidare la volontà paterna e a sposare l'uomo che il suo cuore aveva scelto. 


La dimensione epica, che avevamo già incontrato nell'emozionante IL RITORNO, emerge con tutta la violenza e la forza narrativa, nelle pagine in cui la guerra avanza ed il fronte si avvicina, come se sullo sfondo delle vicende dei nostri eroi, che si inseguono, si perdono e si ritrovano, ci fosse un rullo costante di tamburi di guerra che scandiscono l'avvicinarsi di un evento terribile e tragico, fino ad esplodere assordante nella drammatica scena del meleto, dove l'impatto devastante della guerra travolge la nostra coppia nella sua totale imprevedibilità. 


Tutti gli altri personaggi occupano il loro spazio narrativo, con John che si ritrova in mani diverse, passando per traditore, ribelle, disertore, sperando di riuscire a salvarsi. Suo figlio William invece si è completamente perso, adesso che ha scoperto il terribile segreto sulla sua identità e mentre cerca di convivere con l'odio che nutre per un padre che non conosce, ma che tutte noi adoriamo, si lascia coinvolgere dalle vicende di Jane e Fanny e dalle loro misere vite. Ed intanto Jamie affronta la guerra, il nemico, le sue paure, vivendo un segreto senso di angoscia, una sorta di premonizione che questa possa essere la settima vita, o la settima morte, annunciatagli dalla famosa zingara a Parigi, quando era solo un ragazzino a caccia di avventure. Claire prega per lui, per un suo ritorno, mentre cerca di dare una mano con i feriti, lei che di guerre ne ha vissute tante e che nella loro crudezza appaiono tutte spaventosamente simili.


E quando il nostro eroe, alla fine dello scontro, correrà da lei, e lo rivedremo tornare, stranamente salvo, capiremo quel senso di fatalità terribile che lo ha accompagnato, quando davanti ai suoi occhi a cadere sarà proprio lei, l'amore della sua vita, colpita da colpi vaganti, mentre cerca solo di salvare la vita degli altri. E la Gabaldon (o meglio gli editori italiani) ci lasciano così, nel fango e nel sangue, mentre la vita di Claire scivola via, trattenuta solo dalle braccia dell'uomo che l'ha amata sopra ogni altra cosa. 

Se questa parte ambientata nel passato è il vero nucleo emozionante, epico e appassionante, bisogna comunque accennare anche agli eventi che travolgono la vita di  Brianna e Roger nel presente, Roger decide di attraversare nuovamente le pietre per ritrovare suo figlio rapido e lo accompagna Mac, ormai diventato una sorta di compagno d'avventure. E il suo ritorno a Lallybroch è di quelli che lasciano il segno nel cuore dei lettori, soprattutto quando, alzando lo sguardo sulla trave del salone, si rende conto che non ci sono quei segni di sfregio lasciati dall'esercito inglese dopo Culloden e che c'è qualcosa di infinitamente strano in questo suo ritorno. E mentre realizza tutto questo, si ritrova davanti Brian Fraser, che noi tutti avevamo conosciuto solo dai racconti del figlio. 


Roger incontra una famiglia felice, quella prima della violenza di Black Jack che spazzerà via definitivamente la loro serenità. Il giovane Jamie è ancora a Parigi, studiando, mentre Jenny è un'adolescente vivace che attira gli sguardi degli uomini. Roger prova un'emozione assoluta, pensando che la vita di queste persone gentili sarà completamente distrutta da lì a pochi anni. Black Jack è appena stato nominato comandante e quando Roger si reca da lui per chiedere l'aiuto per rintracciare il piccolo Jem, l'incontro è di quelli che lasciano il segno. Uccidere Black Jack significherebbe salvare la piccola Jenny, lo stesso Jamie e Brian Fraser, ma senza Black Jack probabilmente Claire e Jamie non si sarebbero mai incontrati, Brianna non sarebbe mai nata e Jem non sarebbe venuto al mondo.


Mentre Roger è alle prese con un quesito morale, Brianna lotta con le unghie e con i denti per difendere il figlio, che non è mai tornato nel passato. In lei emerge l'anima da guerriero del padre, ma allo stesso tempo una lettera di Frank le indica la strada da seguire.



Lettura emozionante, senza lungaggini, senza parti prolisse, pieno di palpiti, di storie, di sentimenti e di vita. Imperdibile il seguito  PRIGIONIERO DI NESSUNO.


FRASI TRATTE DAL ROMANZO

Forse sarebbe meglio giungere con l’oscurità, pensò cupamente. Sarebbe stato più semplice sistemare le cose con Claire se fossero rimasti soli e indisturbati; che il chiarimento portasse a una bastonata o a un incontro a letto, non voleva interferenze.        Quel pensiero fu come un fiammifero di Brianna. La parola «letto» fu sufficiente a scatenare una nuova ondata d’ira.

(JAMIE PENSANDO A CLAIRE E JOHN)



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La ragione aveva i suoi limiti; la preghiera no.

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Aveva trascorso diverse serate con Charles Stuart, conoscendo quello che sarebbe stato il suo destino, grazie alle informazioni di Claire, che non aveva mai messo in dubbio. Eppure... Cristo aveva detto a Tommaso, che dubitava: «Beati quelli che pur non avendo visto crederanno». Jamie si domandò come si definivano quelli che avevano aveva trascorso diverse serate con Charles Stuart, conoscendo quello che sarebbe stato il suo destino, grazie alle informazioni di Claire, che non aveva mai messo in dubbio. Eppure... Cristo aveva detto a Tommaso, che dubitava: «Beati quelli che pur non avendo visto crederanno». Jamie si domandò come si definivano quelli che avevano.


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Poteva ancora toccarlo, quel punto infiammato che Jack Randall aveva lasciato sulla sua anima. Fino a quel momento si era creduto al sicuro, per via delle tante cicatrici che vi si erano sovrapposte, ma no, a quel maledetto di John Grey erano bastate sette parole per riaprire la ferita.
(JAMIE)



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«Non dirò che non m’importa di quello che è successo, perché mentirei. E non dirò che non scatenerò il caos, per questo, perché è probabile che lo farò. Ma ti dirò che non c’è niente in questo mondo, o in quello che verrà, che possa allontanarti da me... o che possa allontanare me da te.»
(JAMIE A CLAIRE)


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Non intendevo darti dell’ubriacona, Sassenach», disse, nel tentativo evidente di mostrarsi conciliante. «È solo che tu pensi con il corpo, Claire; l’hai sempre fatto.»

(JAMIE A CLAIRE)


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Lui mi guardò un momento, poi prese un respiro profondo e, allungando lentamente una mano, mi tirò a sé. Non opposi resistenza. In effetti le mie braccia lo circondarono istintivamente, e sospirammo entrambi, abbandonandoci al sollievo di quell’abbraccio.        Mi sarei accontentata di restare così per sempre, inspirando il suo odore muschiato e polveroso, con quell’aroma di cavolo, e ascoltando il suo cuore che batteva sotto il mio orecchio. Tutto quello che c’eravamo detti, tutte ciò che era successo rimase sospeso nell’aria intorno a noi.


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Stava tremando per il bisogno di vederla, di toccarla, di stringerla a sé. Nient’altro aveva importanza. Avrebbero parlato, dovevano farlo, ma le spiegazioni potevano aspettare. Tutto poteva aspettare


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Gli scaffali erano gli stessi e, dietro la testa del suo ospite, c’era la stessa fila di registri agricoli che tante volte aveva sfogliato, evocando da quelle annotazioni sbiadite la vita fantasma di una Lallybroch precedente. Adesso erano nuovi, ed era lui a sentirsi un fantasma. E la sensazione non gli piaceva affatto.

(ROGER A LALLYBROCH)


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 Appoggiò i gomiti sulle ginocchia e si prese il viso tra le mani, sopraffatto. Non solo per via della situazione, ma soprattutto a causa delle persone dentro casa. Jamie sarebbe tornato presto. E poco dopo sarebbe arrivato quel pomeriggio in cui le giubbe rosse sarebbero entrate marciando nel cortile di Lallybroch, trovando Janet e le domestiche da sole. La successione degli eventi sarebbe culminata con la morte di Brian Fraser, stroncato da un colpo apoplettico mentre vedeva il suo unico figlio che veniva fustigato.



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«Ti ho ammazzato, Stephen», disse sottovoce. «E sono felice che tu sia morto. Potresti avere presto compagnia, laggiù all’inferno. Assicurati che il fuoco per lui sia acceso, va bene?»

(BRIANNA)


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E poi c’è... c’è lui. Tua madre mi disse che Fraser l’aveva rimandata da me, sapendo che avrei protetto tutte e due. E lei era convinta che lui fosse morto subito dopo. Non andò così, e io l’ho trovato. E come lui, forse ti rimanderò indietro anch’io, sapendo – come lo sapeva lui di me – che ti proteggerà a costo della sua vita.

(FRANK A BRIANNA)


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Conosceva la banalità del male; i mostri umani avevano forme umane. Ciononostante, rimase sorpreso. Randall era un bell’uomo, piuttosto elegante nel portamento, con un’espressione vivace e interessata, la bocca incurvata in un’espressione ironica, gli occhi scuri e caldi.        Be’, è umano. E forse non è ancora un mostro.

(ROGER DAVANTI A BLACK JACK)


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«Parlami, a nighean», sussurrò tra i miei capelli arruffati. «Ho paura, e in questo momento non voglio sentirmi così solo. Parlami.»        «Perché tocca sempre a te?» sbottai, la bocca contro il suo torace.        La mia domanda gli strappò una risata, un po’ tremula; mi resi conto che non ero io l’unica a tremare.        «Non tocca soltanto a me», disse, accarezzandomi i capelli. «Ci sono almeno un migliaio di altri uomini che si stanno preparando, e ti assicuro che non volevano farlo più di quanto lo volessi io.

(JAMIE E CLAIRE)


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«Il viaggio della tua vita segue un suo sentiero, Ian», gli disse, «e io non posso condividerlo... ma posso camminarti accanto. E lo farò.

(RACHEL AD IAN)


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E tu che cosa ci fai qui in camicia?»        «Mi stavo lavando», rispose Jamie, ma il suo tono lasciò intendere che non stava dicendo tutta la verità. «E... stavo parlando con i miei morti.»        «Con qualcuno in particolare?»        «Mio zio Dougal, e Murtagh, il mio padrino. Sono le due persone che più di tutte vorrei accanto, in battaglia.» Fece un piccolo movimento, inquieto. «Se posso, cerco di ricavarmi un momento in cui rimanere solo, prima di una battaglia. Per lavarmi, sai... e per pregare. E... per chiedere loro di starmi accanto.»

(IAN E JAMIE)


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Il senso di dislocazione temporale era tornato, i ricordi di un’altra guerra si intromettevano come una nebbia improvvisa tra me e il mio lavoro, per poi svanire in un istante lasciandomi il presente acuto e vivido come una pellicola Kodachrome. L’esercito si stava muovendo.        Intorno a Jamie non c’era foschia. Lui era grande e massiccio, il suo profilo chiaramente visibile sullo sfondo della notte che andava sfilacciandosi.
(CLAIRE)


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 «È uno dei nostri o uno dei loro?» chiese un miliziano, dubbioso, sollevando il moschetto e puntandolo su Ian, tanto per essere sicuro.      
«Lui è mio», disse Jamie. 

(JAMIE ED IAN)


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