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sabato 18 febbraio 2017

IL MONACO di Carrie Lofty


La maggior parte dei romanzi rosa che mi capita di leggere mi offre un vasto campionario di crinoline, merletti, eleganti carrozze ottocentesche. Non lo so se è una scelta mia, dettata dal gusto che spesso mi porta verso queste ambientazioni, (ma se è così lo faccio in modo inconsapevole), oppure dipende da una sorta di egemonia delle autrici Austen-style, ovvero tutte quelle influenzate dai romanzi di questa grande autrice che ci ha lasciato figure romantiche che ancora ispirano. Comunque, alla fine, quando mi imbatto in un'ambientazione nuova provo sempre un brivido di novità che mi porta una boccata d'aria fresca, indipendentemente se poi le promesse saranno mantenute oppure no.


Con IL MONACO di Carrie Lofty, ad esempio. sono precipitata in una Spagna medievale,  precisamente a Toledo, dove una donna perduta, Ada, disperatamente sta annegando nella dipendenza da oppiacei. A questo punto della storia compare l'elegante figura del protagonista, Gabriel de Maqueda, deciso a tutti i costi ad entrare nell'ordine sacro di Santiago per consacrare la sua vita al Signore e dimenticare un folle desiderio di vendetta. Fin dal principio l'autrice ci offre un contesto altamente credibile e allo stesso tempo fiabesco, una combinazione sicuramente interessante. 


La trama e intrigante e semplice allo stesso tempo. Gabriel de Marqueda ha deciso di allontanarsi da un passato pieno di sangue e orrori e ha deciso di seguire la strada monastica. Per entrare nell'ordine però deve superare un'ultima prova, ovvero aiutare una donna perduta, Ada di Keyworth, a ritornare sulla retta via. La donna, fuggita dal suo paese e rimasta sola, è una tentazione forte contro la quale lottare e Gabriel ben presto si rende conto che la strada per il Paradiso sarà piena di pericolose tentazioni. 


Punto di forza è sicuramente l'ambientazione, descritta attraverso l'occhio attento dell'autrice che ce la presenta durante il viaggio della piccola compagnia che si allontana da Toledo, in compagnia del vecchio e venerando Pacheco, del insofferente Fernan, che sembra portato a tutto tranne che alla vita monastica, e al nostro eroe dall'aria cavalleresca: un paesaggio notevole e romantico, con il fiume Tago che scorre poco lontano, il profilo della Mesa all'orizzonte, che fanno da cornice lussuosa alle vicende. 


Grande spazio viene dato all'interiorità dei personaggi, che non appaiono mai scontati, ed i dettagli della storia, la cura dell'ambientazione, questo paesaggio spagnolo pieno di fascino ed un protagonista maschile fuori dagli schemi. Gabriel è un figlio bastardo di un nobile spagnolo, nato da una schiava araba, cresciuto dal padre per essere una macchina da guerra e proteggere la famiglia. È stato allevato per uccidere, per brillare come cavaliere, ma ad un certo punto, uno scrupolo morale lo ha indotto a cercare di sottrarsi alla barbarie a cui sembrava essere destinato. L'ordine di Santiago è solo una strada per allontanarsi da tutto ciò, ma persino Pacheco sembra augurarsi che il giovane novizio fallisca nel suo intento e ceda al fascino della tormentata Ada.


Anche lei non è una protagonista classica. È  una donna più colta della media di oggi e per l'epoca assolutamente un genio. Poliglotta e sorella di un'alchimista di talento, Ada cerca di tenere a bada i demoni della prigionia a cui è stata sottoposta nel precedente romanzo che spero di recuperare e che era dedicato alla sorella Meg, fascinoso personaggio che emerge anche tra queste pagine nei ricordi di Ada.  Lei ormai è vittima del demone dell'oppio, ma Gabriel sembra pian piano trovare un modo per avvicinarsi a lei ed aiutarla...L'unica cosa che teme è perdersi nel processo.


Storia piena di avventure e peripezie, con una forte componente di passione che non cade nel volgare, ricca di personaggi di possibili nuove storie e di ricordi del volume precedente. Nel complesso il libro ha una forte chiave cinematografica anche se  l'intrigo del re di Castiglia, de Silva e Ferdinando de Leon mi pare un po' fiacca. Più interessante è la lotta interiore dei personaggi: Gabriel contro la violenza che sente ormai come una seconda pelle e quindi combatte con il pensiero di non poter avere un futuro, e Ada che cerca di ritrovarsi dopo la deriva a cui l'ha condotta la sua dipendenza. Lettura piacevole ed interessante, lontano dai soliti cliché dei romanzi storici di ambientazione Regency. 

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