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lunedì 27 febbraio 2017

Cuori sotto assedio di Nicole Locke


Con Cuori sotto assedio leggiamo il terzo volume della saga Lovers and legend, che ruota intorno al clan scozzese dei Colquhoun.


Dopo Gaira e Caird, è la volta di Bram, che perde la testa per l'unica donna che gli è proibita.


Lioslath,  infatti, è la figlia del laird del clan Fergusson, con cui in passato Bram ha cercato di arrivare ad un accordo, attraverso il matrimonio di sorella Gaira con il padre della ragazza, che rimasto vedovo con prole, cercava una moglie che lo affiancasse nella cura della casa e della figliolanza.


L'accordo metteva fine ad una guerra intestina, che li indeboliva contro gli inglesi ed era vista da tutti come qualcosa di buono per la Scozia, ma sua sorella era fuggita dopo le nozze e Fergusson era stato ucciso.


Alla morte del laird del clan Fergusson, Lioslath,  come primogenita,  si è fatta carico della famiglia e del resto del clan, fronteggiando la fame, il freddo e la devastazione degli inglesi. In tutto quel tempo, Bram Colquhoun aveva promesso di intervenire, in virtù dell'accordo preso con il padre, ma non si era visto per lungo tempo, impegnato in questioni politiche, di cui Lioslath non sa nulla.


Così, quando gli uomini di Bram giungono al castello, Lioslath fa chiudere le porte e gli impedisce l'ingresso. Non ha alcuna intenzione di ascoltare il laird dei Colquhoun. Dov'era quando loro avevano bisogno? È chiaro che vuole approfittare dall'assenza di un capo, per accorpare i due clan e lei non è disposta a cedere di un millimetro.
Inizia l'assedio che dura per settimane, mettendo a dura prova i due clan.



Se Lioslath è testarda, Bram lo è ancora di più e così riesce a trovare un modo per penetrare nel ventre della struttura difensiava, ritrovandosi nella camera da letto di questa donna leggendaria, che usa l'arco meglio di un uomo ed è di una bellezza sconvolgente. Trattare con lei non sarà affatto semplice, soprattutto se a mescolare le carte sarà il cuore.


Bram è un personaggio carismatico. Forte e scanzonato allo stesso tempo. Come capo del suo clan porta sulle spalle grandi responsabilità, ma riesce sempre a conservare il sorriso, mostrando doti diplomatiche non comuni, che lo rendono un ottimo politico, ma si sa all'amore non si resiste e conquistare il cuore di Lioslath gli costerà molte concessioni.


Avendo letto i due precedenti volumi, mi sono emozionata, quando Gaira e Robert arrivano al castello. Passo dopo passo, tutti i fili della narrazione vengono sciolti, arricchendo con un nuovo tassello, questa storia medievale di grande fascino.


Lioslath è una donna all'apparenza fredda e forte, ma conoscendola si scopre quanto sia fragile e sensibile, conquistando non solo il laird dei Colquhoun, ma il lettore, che finirà con l'amarla.
Che abbiate letto gli altri volumi o meno, ve lo consiglio, perchè è una storia scritta bene, con un profondo rispetto per la mentalità dell'epoca.
Lioslath fa tenerezza con le sue acerbe sensazioni, che divampano strappandola dalla foresta, per scoprire come il corpo di una donna si schiuda all'amore. 
Per Bram battaglia più difficile è quella del cuore e dovrà usare tutto il suo ingegno e le sue arti amatorie per far capitolare la sua Lioslath.

domenica 26 febbraio 2017

LEGAMI DI SANGUE di Diana Gabaldon



Il precedente volume della saga di OUTLANDER, ovvero IL PREZZO DELLA VITTORIA, ci aveva lasciato in sospeso con il ritorno tanto aspettato dell'eroe, una di quelle esperienze frustranti ed emozionanti insieme a cui la Gabaldon ci ha in qualche modo abituato nel corso di questa lunga storia, snocciolata nel corso di decenni. L'uscita di LEGAMI DI SANGUE ha portato le risposte che stavamo aspettando, regalandoci un nuovo capitolo entusiasmante e pieno di passione, lotta, energia, quasi come se fossimo al principio di questa grande avventura. Sembra quasi che la Gabaldon abbia attinto nuova linfa vitale e che l'abbia riversata in questa storia. 


La Gabaldon è un'autrice che ormai il mio cuore ha adottato, nel bene e nel male. Nel corso della nostra relazione mi ha sedotto, tradito, abbandonato, riconquistato innumerevoli volte e anche in IL PREZZO DELLA VITTORIA ci ha chiuso la porta sul più bello, ovvero quando un Jamie redivivo, che noi lettrici sapevamo non essere morto nel naufragio della nave che doveva riportarlo in America insieme a Jenny, ricompare nella vita di Claire, John e William, che in qualche modo erano andati avanti senza di lui. Il suo ritorno ha lo stesso rimbombo di un tuono in una vallata silenziosa, sconvolgendo l'esistenza di tutti loro. 



Per tutti quelli che sono arrivati a questo punto della cavalcata, la lettura di LEGAMI DI SANGUE diventa obbligatoria, al fronte del desiderio di un chiarimento tra Jamie e Claire, soprattutto in quanto quest'ultima si è sposata con Lord John e come quest'ultimo rivela al suo amico le nozze non sono state solo di nome, ma si è trattato un matrimonio vero e proprio. Tutta la prima parte è costruita quasi come un ansioso inseguimento, dove tutti gli eventi sembrano in qualche modo allontanarli, rimandando l'incontro chiarificatore, mentre la politica arriva aggressiva a sconvolgere l'esistenza del nostro eroe ancora una volta, basti pensare all'emozionante incontro in una capanna tra i boschi con un personaggio del calibro di George Washington che lo nomina Generale incaricandogli una nuova missione. 


L'incontro tra Claire e Jamie arriverà e sarà emozionante come se entrambi avessero solo vent'anni e l'amore tra di loro fosse ancora venato di quella passionalità struggente e capricciosa della giovinezza. Eppure sicuramente, malgrado la passione, si ritrova tutta la forza e la solidità di un sentimento che ha attraversato decenni e che è diventato la ragione della vita stessa. Difronte a due caratteri come i loro, poco conta l'età e qualche ruga. Continuano ad essere i due ragazzini che si sono ritrovati nel tempo e nello spazio, che si sono amati, malgrado la distanza, che si sono tenuti per mano in un mondo nuovo, ricostruendo la loro esistenza pietra su pietra. 


Anche se appena ritrovatisi, con la nuova missione che gli è stata affidata, Jamie si vede costretto a partire nuovamente per il fronte, ed ovviamente al suo fianco ritroviamo la nostra Claire e quel vero figlio di entrambi che altri non è che il giovane Ian. Se la nostra eroina offre come al solito le sue competenze mediche all'esercito continentale, la sua presenza non è accettata senza riserve dagli altri medici presenti, per la sua condizione di donna, per invidie e gelosie varie. Unica eccezione è quella di Denny Hunter, il quacchero che avevamo già incontrato nel romanzo precedente, ovvero il fratello della bella Rachel ed il fidanzato di Dottie, la cugina di William, che con abile sotterfugio e con la collaborazione del ragazzo era riuscita a raggiungere Denny in America, decisa a sfidare la volontà paterna e a sposare l'uomo che il suo cuore aveva scelto. 


La dimensione epica, che avevamo già incontrato nell'emozionante IL RITORNO, emerge con tutta la violenza e la forza narrativa, nelle pagine in cui la guerra avanza ed il fronte si avvicina, come se sullo sfondo delle vicende dei nostri eroi, che si inseguono, si perdono e si ritrovano, ci fosse un rullo costante di tamburi di guerra che scandiscono l'avvicinarsi di un evento terribile e tragico, fino ad esplodere assordante nella drammatica scena del meleto, dove l'impatto devastante della guerra travolge la nostra coppia nella sua totale imprevedibilità. 


Tutti gli altri personaggi occupano il loro spazio narrativo, con John che si ritrova in mani diverse, passando per traditore, ribelle, disertore, sperando di riuscire a salvarsi. Suo figlio William invece si è completamente perso, adesso che ha scoperto il terribile segreto sulla sua identità e mentre cerca di convivere con l'odio che nutre per un padre che non conosce, ma che tutte noi adoriamo, si lascia coinvolgere dalle vicende di Jane e Fanny e dalle loro misere vite. Ed intanto Jamie affronta la guerra, il nemico, le sue paure, vivendo un segreto senso di angoscia, una sorta di premonizione che questa possa essere la settima vita, o la settima morte, annunciatagli dalla famosa zingara a Parigi, quando era solo un ragazzino a caccia di avventure. Claire prega per lui, per un suo ritorno, mentre cerca di dare una mano con i feriti, lei che di guerre ne ha vissute tante e che nella loro crudezza appaiono tutte spaventosamente simili.


E quando il nostro eroe, alla fine dello scontro, correrà da lei, e lo rivedremo tornare, stranamente salvo, capiremo quel senso di fatalità terribile che lo ha accompagnato, quando davanti ai suoi occhi a cadere sarà proprio lei, l'amore della sua vita, colpita da colpi vaganti, mentre cerca solo di salvare la vita degli altri. E la Gabaldon (o meglio gli editori italiani) ci lasciano così, nel fango e nel sangue, mentre la vita di Claire scivola via, trattenuta solo dalle braccia dell'uomo che l'ha amata sopra ogni altra cosa. 

Se questa parte ambientata nel passato è il vero nucleo emozionante, epico e appassionante, bisogna comunque accennare anche agli eventi che travolgono la vita di  Brianna e Roger nel presente, Roger decide di attraversare nuovamente le pietre per ritrovare suo figlio rapido e lo accompagna Mac, ormai diventato una sorta di compagno d'avventure. E il suo ritorno a Lallybroch è di quelli che lasciano il segno nel cuore dei lettori, soprattutto quando, alzando lo sguardo sulla trave del salone, si rende conto che non ci sono quei segni di sfregio lasciati dall'esercito inglese dopo Culloden e che c'è qualcosa di infinitamente strano in questo suo ritorno. E mentre realizza tutto questo, si ritrova davanti Brian Fraser, che noi tutti avevamo conosciuto solo dai racconti del figlio. 


Roger incontra una famiglia felice, quella prima della violenza di Black Jack che spazzerà via definitivamente la loro serenità. Il giovane Jamie è ancora a Parigi, studiando, mentre Jenny è un'adolescente vivace che attira gli sguardi degli uomini. Roger prova un'emozione assoluta, pensando che la vita di queste persone gentili sarà completamente distrutta da lì a pochi anni. Black Jack è appena stato nominato comandante e quando Roger si reca da lui per chiedere l'aiuto per rintracciare il piccolo Jem, l'incontro è di quelli che lasciano il segno. Uccidere Black Jack significherebbe salvare la piccola Jenny, lo stesso Jamie e Brian Fraser, ma senza Black Jack probabilmente Claire e Jamie non si sarebbero mai incontrati, Brianna non sarebbe mai nata e Jem non sarebbe venuto al mondo.


Mentre Roger è alle prese con un quesito morale, Brianna lotta con le unghie e con i denti per difendere il figlio, che non è mai tornato nel passato. In lei emerge l'anima da guerriero del padre, ma allo stesso tempo una lettera di Frank le indica la strada da seguire.



Lettura emozionante, senza lungaggini, senza parti prolisse, pieno di palpiti, di storie, di sentimenti e di vita. Imperdibile il seguito  PRIGIONIERO DI NESSUNO.


FRASI TRATTE DAL ROMANZO

Forse sarebbe meglio giungere con l’oscurità, pensò cupamente. Sarebbe stato più semplice sistemare le cose con Claire se fossero rimasti soli e indisturbati; che il chiarimento portasse a una bastonata o a un incontro a letto, non voleva interferenze.        Quel pensiero fu come un fiammifero di Brianna. La parola «letto» fu sufficiente a scatenare una nuova ondata d’ira.

(JAMIE PENSANDO A CLAIRE E JOHN)



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La ragione aveva i suoi limiti; la preghiera no.

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Aveva trascorso diverse serate con Charles Stuart, conoscendo quello che sarebbe stato il suo destino, grazie alle informazioni di Claire, che non aveva mai messo in dubbio. Eppure... Cristo aveva detto a Tommaso, che dubitava: «Beati quelli che pur non avendo visto crederanno». Jamie si domandò come si definivano quelli che avevano aveva trascorso diverse serate con Charles Stuart, conoscendo quello che sarebbe stato il suo destino, grazie alle informazioni di Claire, che non aveva mai messo in dubbio. Eppure... Cristo aveva detto a Tommaso, che dubitava: «Beati quelli che pur non avendo visto crederanno». Jamie si domandò come si definivano quelli che avevano.


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Poteva ancora toccarlo, quel punto infiammato che Jack Randall aveva lasciato sulla sua anima. Fino a quel momento si era creduto al sicuro, per via delle tante cicatrici che vi si erano sovrapposte, ma no, a quel maledetto di John Grey erano bastate sette parole per riaprire la ferita.
(JAMIE)



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«Non dirò che non m’importa di quello che è successo, perché mentirei. E non dirò che non scatenerò il caos, per questo, perché è probabile che lo farò. Ma ti dirò che non c’è niente in questo mondo, o in quello che verrà, che possa allontanarti da me... o che possa allontanare me da te.»
(JAMIE A CLAIRE)


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Non intendevo darti dell’ubriacona, Sassenach», disse, nel tentativo evidente di mostrarsi conciliante. «È solo che tu pensi con il corpo, Claire; l’hai sempre fatto.»

(JAMIE A CLAIRE)


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Lui mi guardò un momento, poi prese un respiro profondo e, allungando lentamente una mano, mi tirò a sé. Non opposi resistenza. In effetti le mie braccia lo circondarono istintivamente, e sospirammo entrambi, abbandonandoci al sollievo di quell’abbraccio.        Mi sarei accontentata di restare così per sempre, inspirando il suo odore muschiato e polveroso, con quell’aroma di cavolo, e ascoltando il suo cuore che batteva sotto il mio orecchio. Tutto quello che c’eravamo detti, tutte ciò che era successo rimase sospeso nell’aria intorno a noi.


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Stava tremando per il bisogno di vederla, di toccarla, di stringerla a sé. Nient’altro aveva importanza. Avrebbero parlato, dovevano farlo, ma le spiegazioni potevano aspettare. Tutto poteva aspettare


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Gli scaffali erano gli stessi e, dietro la testa del suo ospite, c’era la stessa fila di registri agricoli che tante volte aveva sfogliato, evocando da quelle annotazioni sbiadite la vita fantasma di una Lallybroch precedente. Adesso erano nuovi, ed era lui a sentirsi un fantasma. E la sensazione non gli piaceva affatto.

(ROGER A LALLYBROCH)


*****

 Appoggiò i gomiti sulle ginocchia e si prese il viso tra le mani, sopraffatto. Non solo per via della situazione, ma soprattutto a causa delle persone dentro casa. Jamie sarebbe tornato presto. E poco dopo sarebbe arrivato quel pomeriggio in cui le giubbe rosse sarebbero entrate marciando nel cortile di Lallybroch, trovando Janet e le domestiche da sole. La successione degli eventi sarebbe culminata con la morte di Brian Fraser, stroncato da un colpo apoplettico mentre vedeva il suo unico figlio che veniva fustigato.



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«Ti ho ammazzato, Stephen», disse sottovoce. «E sono felice che tu sia morto. Potresti avere presto compagnia, laggiù all’inferno. Assicurati che il fuoco per lui sia acceso, va bene?»

(BRIANNA)


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E poi c’è... c’è lui. Tua madre mi disse che Fraser l’aveva rimandata da me, sapendo che avrei protetto tutte e due. E lei era convinta che lui fosse morto subito dopo. Non andò così, e io l’ho trovato. E come lui, forse ti rimanderò indietro anch’io, sapendo – come lo sapeva lui di me – che ti proteggerà a costo della sua vita.

(FRANK A BRIANNA)


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Conosceva la banalità del male; i mostri umani avevano forme umane. Ciononostante, rimase sorpreso. Randall era un bell’uomo, piuttosto elegante nel portamento, con un’espressione vivace e interessata, la bocca incurvata in un’espressione ironica, gli occhi scuri e caldi.        Be’, è umano. E forse non è ancora un mostro.

(ROGER DAVANTI A BLACK JACK)


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«Parlami, a nighean», sussurrò tra i miei capelli arruffati. «Ho paura, e in questo momento non voglio sentirmi così solo. Parlami.»        «Perché tocca sempre a te?» sbottai, la bocca contro il suo torace.        La mia domanda gli strappò una risata, un po’ tremula; mi resi conto che non ero io l’unica a tremare.        «Non tocca soltanto a me», disse, accarezzandomi i capelli. «Ci sono almeno un migliaio di altri uomini che si stanno preparando, e ti assicuro che non volevano farlo più di quanto lo volessi io.

(JAMIE E CLAIRE)


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«Il viaggio della tua vita segue un suo sentiero, Ian», gli disse, «e io non posso condividerlo... ma posso camminarti accanto. E lo farò.

(RACHEL AD IAN)


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E tu che cosa ci fai qui in camicia?»        «Mi stavo lavando», rispose Jamie, ma il suo tono lasciò intendere che non stava dicendo tutta la verità. «E... stavo parlando con i miei morti.»        «Con qualcuno in particolare?»        «Mio zio Dougal, e Murtagh, il mio padrino. Sono le due persone che più di tutte vorrei accanto, in battaglia.» Fece un piccolo movimento, inquieto. «Se posso, cerco di ricavarmi un momento in cui rimanere solo, prima di una battaglia. Per lavarmi, sai... e per pregare. E... per chiedere loro di starmi accanto.»

(IAN E JAMIE)


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Il senso di dislocazione temporale era tornato, i ricordi di un’altra guerra si intromettevano come una nebbia improvvisa tra me e il mio lavoro, per poi svanire in un istante lasciandomi il presente acuto e vivido come una pellicola Kodachrome. L’esercito si stava muovendo.        Intorno a Jamie non c’era foschia. Lui era grande e massiccio, il suo profilo chiaramente visibile sullo sfondo della notte che andava sfilacciandosi.
(CLAIRE)


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 «È uno dei nostri o uno dei loro?» chiese un miliziano, dubbioso, sollevando il moschetto e puntandolo su Ian, tanto per essere sicuro.      
«Lui è mio», disse Jamie. 

(JAMIE ED IAN)


sabato 25 febbraio 2017

IL LAGO INCANTATO di Diana Hall


A volte, quando leggo un libro, mi sembra in qualche modo di vedere un film. Non so se capita anche a voi, ma mi sembra di avere davanti agli occhi un vero e proprio schermo dove scorrono immagini più o meno nitide, a seconda della bravura dell'autore o della scrittrici che sto leggendo. Certo è ovvio che un romanzo ha una dimensione più profonda, ma ci sono alcune storie che sembrano essere adatta ad una trasposizione televisiva o cinematografica. È quello che mi è successo leggendo IL LAGO INCANTATO di Diana Hall, penna che confesso di non conoscere minimamente.


La storia è di ambientazione medievale, ancora una volta quindi ci ritroviamo in un'Inghilterra avvolta dalla magica atmosfera di Robin Hood, tra castelli con torri svettanti verso il pallido cielo, foreste brulicanti di nemici, un Re assente, rapito e disperso, ed un soprano sostituto che alimenta gli avidi e punisce i fedeli. Il racconto ci presenta la nostra eroina di turno, Gwendolyn, che assiste impotente alla morte della madre. Lo zio della ragazza ha ucciso l'amato padre e violentato la moglie di lui, da cui è sembra stato ossessionato. La donna non ha ceduto e ha continuato a rimanere fedele al ricordo del marito. Rimasta incinta, il suo crudele aguzzino la lascia agonizzare di parto sotto gli occhi della figlia, destinata ad ereditarne la bellezza e le terre.


Affidata alle cure di due fedeli cavalieri, trasformati in servi, i due decidono di camuffare la bellezza evidente, anche se ancora acerba della ragazzina, per sottrarla agli abusi a cui sarebbe sottoposta in quanto donna. Gli anni passano e Titus umilia e maltratta la ragazzina ormai cresciuta, che tutti considerano orrenda e stupida. Gwen li asseconda, lasciandoli credere che la sua mente brillante sia piuttosto lenta, tingendo i suoi lunghi capelli biondi, imbottendo i suoi vestiti per avere una figura deforme. Il travestimento riesce anche perché è sempre attenta a non mettersi in luce, vivendo strisciando negli angoli del castello.


Un giorno, quando la nostra eroina ha solo 18 anni, suo zio Titus la convoca per rivelarle che, secondo gli accordi presi quando suo padre era ancora vivo, dovrà andare in moglie ad un nobile cavaliere, Falke de Chretian, giovane rampollo, superficiale e vago, figlio del miglior amico di suo padre. Titus, in realtà, non ha nessuna intenzione di liberare la nipote ostaggio, ma è convinto che Falke, vedendola, ne rimanga turbato e disgustato e che la restituisca pagando la penale per essersi sottratto agli accordi.


Falke de Chrestian è un giovane affascinante che ha sempre cercato di sfuggire all'idea dell'onore, dell'impegno e della dedizione ad una causa. Corteggiato dalle dame, si è sempre concesso ai piaceri, ma quando scopre la creatura che il destino e la sua famiglia hanno scelto per lui, scopre di non provare disprezzo, ma una profonda pena ed una simpatia per quella che soprannomina Lady Scricciolo.


Se il dispiacere e la pietà sono i primi sentimenti che Falke nutre per Gwen, maltrattata ed umiliata davanti a tutti per il suo aspetto e per la sua apparente scarsa intelligenza, pian piano il giovane si rende conto che Lady Scricciolo è ben lungi dall'essere come tutti credono. La sua mente acuta lo sorprende in più di un'occasione. Il suo cuore generoso, che emerge durante la malattia che infesta il villaggio, lo toccano nel profondo e pian piano si rende conto di provare per lei un sentimento più forte di quello immaginato. Una notte, poi, sulle sponde di un lago i suoi occhi si posano su una giovane bellissima, un vero e proprio angelo di bellezza, che ha qualcosa si stranamente familiare. 


Il racconto è scorrevole e piacevole, malgrado la sensazione del piccolo schermo rimanga anche nella mancanza della profondità tipica dei buoni romanzi. La storia procede senza una grande contestualizzazione anche geografica, offrendosi come un luogo di sogno, scelta forse voluta dall'autrice per creare la cosiddetta atmosfera, ma in qualche modo ho risentito la mancanza, come ho trovato che l'espediente del travestimento fosse durato troppo per essere credibile. I punti forti del racconto sicuramente restano il ritmo e il piacere di un protagonista che si lascia conquistare dalle azioni e dal cuore più che da un bel faccino (infatti tra l'angelo della notte e Lady Scricciolo alla fine sceglierà quest'ultima). Avrei sviluppato meglio alcune figure secondarie, lasciate troppo in ombra, come quella del cugino di lei, ma nel complesso è un libro piacevole.

IL SEGRETO DI LEDA di Lyn Randal


Non sono una grande appassionata di storie ambientate nell'Impero Romano, ma sicuramente c'è storia e storia e il racconto di un amore prescinde a mio parere dalla contestualizzazione storica, che a volte può toglie o aggiungere, ma mai stravolgere la profondità di un sentimento. Sono del parere che chi sa raccontare è in grado di commuovermi e appassionarmi anche se mi presenta le vicende ambientate in un'altra galassia. Ad esempio ho adorato L'OSPITE di Stephanie Meyer che merita tutta l'attenzione degli appassionati di quest'autrice. Ma questo è un'altro discorso, che spero di approfondire in un'altra occasione.


Questa settimana mi è capitato tra le mani IL SEGRETO DI LEDA di Lyn Randal, autrice americana, a me sconosciuta, che ci offre un libro delizioso, originale, appassionato, che è stata una piacevole scoperta. Eppure leggendo la sinossi sul retro avevo avuto qualche perplessità, poi vinte in nome di un'imposta decisione di apertura. Leila, la donna amata appassionatamente dal centurione romano Marco Flavio Donato, è stata lasciata dall'uomo che amava due anni prima, quando l'Imperatore Traiano ha preteso da lui la fedeltà a Roma e quindi la partenza per la guerra.


Le storie che iniziano con i due protagonisti innamorati non sono tra le mie preferite. Mi sento sempre derubata di una parte fondamentale delle vicende, ovvero quella dell'innamoramento. Eppure IL SEGRETO DI LEDA inizia conquistando il lettore subito, potente e determinato, con una scena cinematografica di un combattimento in arena di un senatore di Roma che cela la sua identità allo stesso Imperatore che assiste all'evento. Si tratta di uno stralcio di immagine, perché subito dopo ritorniamo indietro e scopriamo che Donato, alla morte del padre, oltre ad ereditare i suoi titoli, i suoi beni ed il suo posto al Senato, ha preso la decisione di cercare Leila e di proporle le nozze che non le aveva offerto due anni prima.


Donato ha amato solo lei in tutta la sua vita e sente come una colpa quella di non averla sposata, dopo averla sedotta, per rimanere fedele al suo ruolo di soldato. La vita di Leila però è molto cambiata e quando l'uomo incontra Lepsi, il padre della ragazza, scopre che il suo abbandono ha fatto precipitare la giovane al livello sociale, che la famiglia l'ha cacciata e che non sembrano esserci tracce di lei. Sconvolto da quello che potrebbe esserle successo, Donato viene indirizzato all'arena dalla sorellina di Leila, e qui ritroverà il suo amore perduto, diventata una gladiatrice tra le più popolari di nome Leda.


Leila rifiuta Donato appena lo incontra, accecata dall'odio e dal ricordo del dolore patito. Lui è pronto a tutto pur di riconquistarla, anche a comprare la sua libertà e quella di Severina, la sua amica fidata, pur di salvarla da una vita di combattimenti e violenze. Leila lo rifiuta, poi accetta il suo ricatto, ovvero quello di sposarlo e di dargli un erede pur di concedere la libertà all'unica persona che l'ha aiutata negli anni difficili che ha trascorso.


Donato è un protagonista atipico, innamorato e tenero, pronto a tutto pur di ammorbidire la durezza che la vita e lui stesso sono riusciti a far nascere dentro il cuore di Leila, ma a sua volta è un uomo che ha sofferto il rifiuto di una madre astiosa, Messalina, che lo ha utilizzato per ferire suo marito, fino al giorno in cui lo ha abbandonato.


Pian piano, mentre cercano un assassino che ha attentato alla vita della donna più di una volta, Donato riesce a conquistare nuovamente il cuore di Leila, ma la gelosia per Lucano, il suo amico fedele, il cristiano che ha rinunciato alla vita dissoluta del passato per abbracciare la nuova fede che pian piano si sta diffondendo, l'uomo tutto d'oro, per via del suo aspetto angelico, che si contrappone a quello bruno di Donato, rischia di compromettere tutto il terreno guadagnato. 


Lucano è uno dei plus di questa storia e anche se non conosco l'autrice mi sorprenderei se non gli avesse dedicato un libro tutto suo, vista la forza con cui domina le pagine, le donne, e la scena. Lucano è l'uomo fedele che pur sentendosi attratto da Leila non oserebbe mai strapparla al suo amico, soprattutto da quando ha fatto voto di castità fino al matrimonio. Inoltre la donna adatta a lui l'ha già trovata, Severina, anche se da questo punto di vista la storia ci lascia in sospeso. La sua presenza accanto a Leila è motivata dal segreto più profondo che la ragazza nasconde a Donato e che potrebbe compromettere la felicità fragile che i due piano piano hanno conquistato.


Romanzo interessante, una piccola scoperta, frutto di una penna che ignoravo e che mi auguro di ritrovare. Questo racconto è la dimostrazione di come, anche in poche centinaia di pagine, è possibile realizzare qualcosa di intelligente, ben scritto e non banale. Da scoprire. Una piccola nota al margine però la devo inserire, alla fine di questo commento. La copertina presenta la data Roma 106 a. C. (ovvero prima di Cristo), ma Lucano è un cristiano e si parla già del Messia che è venuto per portare un messaggio d'amore. La svista non è certo frutto dell'autrice, ma a mio parere del traduttore o di chi per lui ha deciso di lasciare l'abbreviazione inglese a.C. (after Christ, ovvero Dopo Cristo), che in italiano è ovviamente D.C. 

lunedì 20 febbraio 2017

Il valzer del diavolo di Anne Stuart

A gennaio è uscito in edicola, nella collana I Romanzi Storici, una riedizione del volume di Anne Stuart, Il valzer del diavolo.


Ad attirarmi, lo confesso, soprattutto il titolo, seguito dal nome dell'autrice. Ne ho sentito parlare così bene, che mi sono decisa ad acquistarlo.


Conclusione? Penso che leggerò molti altri libri di questa scrittrice, perché si distacca dalla altre già delle prime righe.
E' apparso subito chiaro che conosce bene il suo mestiere e sa come agganciare il lettore, tenendolo stretto  dall'inizio alla fine.


Protagonista assoluto di questo romanzo è lui, il mascalzone di turno, il Visconte Christian Montcalm, che si infila nel letto delle donne, alimentando leggende sulle sue prodezze sessuali. 


Siano vergini, sposate o anche irreprensibili, cadono tutte ai suoi piedi. Lo aiutano il suo aspetto aitante, l'avvenza del suo volto, i modi galanti e il suo andrare dritto al punto. A Londra è considerato una peste e non è ben accolto dall'alta società, ma lui non se ne cura eccessivamente. Solo che ora è a corto di soldi e dunque è costretto a trovarsi una moglie ricca.

 
La Stagione mondana londinese, spesso così noiosa, quest'anno - siamo nel 1814 - si apre con un'interessante novità. Debutta, infatti, Hetty Chipple una bella ed esuberante ragazzina, figlia di un ricchissimo commerciante.


La pretendono in molti, ma il Visconte non se ne preoccupa. Ha già cominciato a corteggiarla e lei non è indifferente. Si sono anche scambiati dei casti baci e salvo contrattempi sarà sua, con tanto di dote al seguito.


Christian Montcalm non ha però fatto i conti con l'irreprensibile Miss Annalise Kempton, che viene assunta nella casa di Chipple con lo specifico compito di orientare la giovane nella scelta di un buon marito e putroppo lui non rientra tra i candidati prescelti.


Dovrebbe essere indignato, ma, invece, ne è tremendamente divertito, perché quella donna così austera, apparentemente bruttina, gli piace da morire.


La sua dragonessa, come si diverte a chiamarla, lo stuzzica sessualmente molto più di quella non tanto ingenua Hetty, ma a portafoglio non si comanda e visto che Annalise Kempton non ha un soldo, sarebbe meglio lasciarla perdere. Ed è quello che farebbe un qualunque gentiluomo, ma lui è noto per non esserlo mai stato e dunque, mentre cerca di compromettere la giovane, in tutti i modi, per farsi sposare, non smette di tormentare la sua dragonessa, con lezioni di seduzione molto ben articolate.


Certo, riuscire a farla approdare nel suo letto non è impresa facile, ma a lui le sfide piacciono e dunque non dispera.
L'occasione giusta gli capita, quando, Annalise Kempton si lancia al suo inseguimento, per impedire che la sua pupilla venga definitivamente compromessa. Arriva nella sua decadente tenuta con tanto di pistola, determinata a farlo fuori, se non gli consegna la ragazza.

Il visconte con aria annoiata passa in rassegna quella donna dal temperamento fumantino e prende una decisione: sarà sua a qualsiasi costo, ma non la sposerà mai.



Mi sono divertita un mondo a leggere la storia di Annalise e Christian, perchè è lo scontro tra due personalità forti, che non si piegano al dolore e alle intemperie della vita, affrontandole senza paure, trascinandosi dietro i graffi che ancora tardano a sanarsi.
La dragonessa è davvero esilarante, nel modo in cui tiene testa al Visconte e ai suoi assalti sessuali, ma sotto la scorza dura si nasconde un animo gentile e non è detto che sia quello di Annalise.
Se non lo avete letto, ve lo consiglio vivamente e se già lo avete avuto tra le vostre mani, non vi è tornata la voglia di rileggerlo? A me, sì. Adoro Christian Montcalm, la sua aria indolente e il suo essere mascalzone, ma non troppo, quando incontra la donna giusta.