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sabato 7 gennaio 2017

POSSESSO di JR Ward


Quinto volume della saga, POSSESSO è stata una piccola rivelazione, in quanto ero convinta che tra tutti i fratelli Vishous fosse quello che meno entrava in sintonia con me ed il mio universo romantico, ma una brava scrittrice sa scompigliare le carte e sorprenderti sempre ed in qualche modo la Ward è riuscita a costruire una storia ancora una volta assolutamente coinvolgente.  Vishous è un fratello che cova nella sua memoria i ricordi di un terribile passato di violenza, frutto di un padre non in grado di amare, ma solo di esprimere forza e crudeltà allo stato puro. La figura femminile che la Ward gli affianca in questa storia è Jane Whitcomb, colta nelle prime pagine in un momento di vita personale, un frammento della sua infanzia che ci apre uno squarcio sulla sua anima prima ancora di ritrovarla da adulta, ovvero il giorno del suo compleanno e allo stesso tempo quello della morte dell'adorata sorellina Hannah.



Ancora una volta ci troviamo difronte ad un libro corale, dove Vishous non è il solo protagonista insieme a Jane, ma uno dei tanti personaggi che arricchiscono questo mondo fantastico creato dalla penna della Ward. Da una parte troviamo la nostra coppia di amanti tormentati, e dall'altra abbiamo John, che affronta la tanto attesa transizione; Phury che non riesce a farsi una ragione della scelta di Bella e che si lascia andare alla deriva.



John continua ad essere un mistero, con la sua vita passata che emerge solo in frammenti, senza che nessuno se ne renda conto, mentre Zsadist, ormai solido nella sua vita personale, diventa per lui un punto di riferimento, quella figura paterna ancora una volta persa, dopo la sparizione di Thorment. Rispetto al personaggio feroce e scontroso dei primi romanzi, ci troviamo davanti qualcuno assolutamente di nuovo che dimostra il potere salvifico dell'amore che Bella è riuscita a portare nella sua esistenza. In questa coppia così consolidata, la disperazione di Phury appare oggettivamente fuori posto, in quanto la sua è una fantasia che ha creato nella sua testa, piuttosto che un amore reale. A lui spetterà una storia diversa, con l'eletta Cormia, che vive silenziosa il suo destino dall'Altra Parte, ma che aspira a conoscere la vita e l'amore.



Gli innamorati principali di questo volume comunque sono Jane e V., una coppia dal carattere volitivo, determinati e forti entrambi, a cui vengono concesse scene piuttosto spinte adatte ad un personaggio come V e al suo famoso attico. La Ward entra nella pelle e nell'anima di V. e ci spiega anche lo strano rapporto di amicizia che aveva sviluppato nei precedenti romanzi con Butch, unico essere vivente che in qualche modo era riuscito a vincere la solitudine emotiva nella quale V era sempre vissuto dopo l'esperienza terrificante del Campo di addestramento con il Carnefice.  Per un personaggio come lui, abituato a sperimentare, non sorprende che il suo legame con l'ex poliziotto abbia rischiato di scivolare anche su un piano fisico, ma quando Jane compare nella sua vita non si dubita neanche per un momento della sincerità assoluta dei suoi sentimenti.



In qualche modo tutte le figure femminile che la precedono, hanno un tratto distintivo: Beth è la tenerezza. Mary la fede, Bella la passione, Marissa la grazia. Jane Whitcomb rappresenta l'intelligenza, basti pensare alle sue schermaglie con Manny, il fascinoso direttore dell'ospedale, o al modo in cui fronteggia il manipolo di soldati che piomba nella clinica per prendersi il suo paziente e portarlo via. Divertente  è anche la scena in cui Rhage ( a cui spesso vengo date scene comiche) se la trascina per tutto l'ospedale su di una spalla.




Jane ha condotto in qualche modo un'esistenza molto simile a quella di Vishous, ovvero fatta della solitudine del guerriero, dove la morta è il nemico da sconfiggere. Il lavoro ha assorbito tutta la sua vita e quasi non esiste uno spazio personale e privato, oltre l'ospedale. La morte della sorellina (che in qualche modo riusciva a mediare tra lei e la famiglia) ha accentuato la tendenza alla solitudine. Atea, crede solo nella scienza e si avvicina al mondo della Confraternita con un punto di vista analitico ed oggettivo, pur destinata ad essere salvata proprio da un enorme atto di fede.  che se la porta sulle spalle per tutto l'ospedale. E' uno dei vampiri che mi fa sorridere di più.




Il romanzo è pieno di momenti emozionanti che lasciano la lettrice scossa e commossa, basti pensare alla scena in cui V, disperato e folle, corre con l'auto di Jane ed il corpo della donna seduto al suo fianco, mentre tutta la confraternita cerca di rintracciarlo. Quel corpo morto accanto al suo mi ha fatto venire i brividi e ho temuto nell'esito finale delle vicende. Per fortuna la Vergina Scriba decide di sacrificare quello che le stava più a cuore pur di dare finalmente a suo figlio V la possibilità di un futuro felice.  Romanzo assolutamente commovente.



FRASI TRATTE DAL ROMANZO
In fin dei conti la tragedia non fa discriminazioni, siamo tutti in balia degli stessi scherzi del destino. Nero, bianco o giallo, ricco o povero, gay o etero, ateo o fervido credente, non aveva importanza: dal suo punto di osservazione erano tutti uguali. E amati da qualcuno, in qualche angolo di universo.
(Jane pensando ai sui pazienti)
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Era come il Carnefice: nient'altro che pur calcolo senz'anima in un involucro di pelle. Il figlio aveva imparato la lezione paterna.
(Vishous nel campo di addestramento del Carnefice)
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Era come se la vita vera fosse un temporale lontano che non ti avrebbe mai raggiunto perché non eri più sulla sua strada.
(Phury pensando al suo dolore)



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Quando la porta di chiuse, John decise che l'umiliazione era come il gelato: aveva molti gusti diversi, ti dava i brividi e faceva venire la tosse.
(John Matthew)
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Andare a fondo è un po' come innamorarsi: in entrambi i casi è una discesa agli inferi che ti spoglia di ogni cosa e ti lascia nudo, senza più orpelli. E in entrambi i casi, in base alla sua limitata esperienza, la fine era ugualmente dolorosa.
(Phury)
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- Saresti stata un'ottima guerriera, sai?
- Lo sono. La morte è il mio nemico
(Jane e Vishous)
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L'amore è qualcosa per cui vale la pena sacrificarsi, pensò uscendo dalla stanza. Anche se non è il tuo.
(Phury prendendo il posto di Vishous come Primale)
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- Credi che mia sorella sia in cielo a mangiare i suoi adorati mottarelli appollaiata sopra una nuvola? No. Il suo corpo è stato sepolto tanti anni fa e adesso di lei è rimasto ben poco. Io ho visto la morte, so cosa succede dopo che ce ne siamo andati. E nessun Dio ci salverà, Vishous. (...)
- Sarà un immenso piacere dimostrati che hai torto
- E come pensi di riuscirci? Presentandomi al mio Creatore?
- Ti amerò così tanto e così a lungo da convincerti che nessuna entità terrena avrebbe mai potuto farci incontrare.
(Vishous e Jane)
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- Ehi - mormorò lui sedendosi vicino a lei. - Non fare così. Noi non siamo tristi. Io e te non siamo tristi. La parola "triste" non esiste nel nostro vocabolario.
- Come hai fatto a indovinare? Ho un'aria così patetica?
V si battè l'indice sul naso. _ Lo sento dall'odore. La tristezza ha lo stesso odore della pioggia in primavera-
(Jane e Vishous)
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Si infilò dentro e le slacciò la cintura di sicurezza, poi la prese in braccio con estrema cautela, come se fosse ancora viva, cercando di farla stare comoda. Prima di incamminarsi nel bosco afferrò il giaccone di pelle e glielo mise addosso per proteggerla dal freddo. Cominciò a camminare come si fa sempre: mettendo un piede davanti all'altro. E così di seguito, ancora e ancora.
(Vishous con il corpo di Jane)
*******
La libertà di scelta ha i suoi limiti, e così pure la logica e la pianificazione. Il resto dipende da qualcun altro. Che fine facciamo, chi conosciamo, cosa succede alle persone che amiamo...non abbiamo molto controllo su nessuna di queste cose.
(Zsadist parlando a John)
*****
Lui era identico a quel bicchiere di vodka: anche lui stava andando in mille pezzi, rovesciando fuori il suo contenuto, ormai incapace di tenersi tutto dentro.
***
C'era qualcosa di animale nella disperazione di quell'uomo, come lo sguardo di un lupo con la zampa intrappolata in una tagliola.
***
Era come suo padre era sempre stato, nient'altro che puro calcolo senz'anima in un involucro di pelle.
***
Aveva voglia di fare l'eroe. Ma non era quello il suo ruolo.
***
Era come se la vita vera fosse un lontano temporale che non ti avrebbe mai raggiunto perché non eri più sulla sua strada.



***
Il tempo volava, scorreva via come l'acqua dallo scarico della vasca da bagno, lasciando solo un gran freddo.
***
Lui era la copia esatta di ciò che era andato perduto, un memento dello spazio che tormentava ciascuno di loro.
***
La tristezza ha lo stesso odore della pioggia in primavera
(V lasciando Jane)
***
La libera scelta è l'eccezione che conferma la regola, e la regola è la fatalità.
(Jane pensando alla sua morte e alla separazione da V)
***
Atea in vita, si scoprì uguale nella morte. Non credendo in niente, adesso lei stessa era niente.
(Jane da morta)

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