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sabato 10 settembre 2016

IL DUCA DI GHIACCIO di Mary Balogh


E alla fine eccomi qui, alle prese con il più aristocratico e accattivante di tutti i membri della famiglia Bedwyn. Lo so che molti hanno i loro preferiti: Freyja la ribelle, Aidan il soldato che non sapeva sorridere, Ralf il mascalzone, Morgan la spirituale, o anche l'irrequieto Alleyne, ma io stavo aspettando lui, il Duca di Bewcastle, lui ed il suo inseparabile monocolo, lui con la sua aria arrogante, la puzza sotto al naso, la sua ossessione del protocollo, il distacco strano tra lui e tutto il resto del mondo, chilometri e chilometri sotto di lui, posto dalla natura e dagli intrecci araldici sopra il suo bellissimo piedistallo.


Mentre seguivo le vicende dei vari Bedwyn che scoprivano l'amore e rivoluzionavano la loro vita, prima con UNA SPOSA A META', poi seguita da INCIDENTE D'AMORE, UNA LADY SCANDALOSA, LA TENTATRICE e INNAMORARSI DI UN LORD, la mia curiosità veniva stimolata dalla Balogh nei confronti del personaggio chiave della famiglia, ovvero quel Wulfric Bedwyn che è stato un punto di riferimento nella vita di tutti i suoi fratelli e il cui intervento è spesso stato risolutivo nel portare la felicità nella loro vita.


Wulfric ha assunto il ruolo di capo famiglia praticamente giovanissimo, poco più di un ragazzo, e da quel momento è stato il padre di cui tutti loro avevano bisogno, privandosi di quella spensieratezza a cui la sua giovane età aveva diritto. Malgrado la sua aria composta, spesso troppo altolocata, avevamo colto alcuni momenti di inconfessabile tenerezza (come quando Morgan lo sorprende piangere disperato nel suo studio pensando alla presunta morte di Alleyne, o quando rivedendolo in INNAMORARSI DI UN LORD lo abbraccia come se tutta la sua vita fosse tra le sue braccia). Tutto questo ci aveva rassicurato sul fatto che sarebbe stato un protagonista sicuramente interessante e questo romanzo, l'ultimo della saga, giustamente ci regala una storia degna di nota.


Ormai tutti i fratelli si sono sposati e hanno una loro famiglia felice. Wulfric si sente solo, avendo perso anche la sua storia amante, con cui ha diviso la sua esistenza per quasi dieci anni. Nella grande casa di città, Bewcastle non riesce a dare voce concreta a questo strano senso di solitudine e così fa una cosa fuori dagli schemi, ovvero accetta un invito in campagna di alcuni suoi conoscenti che lo hanno invitato dicendogli che si tratta di una riunione di pochi uomini prima dell'inizio della stagione.


Arrivato come ospite principale, fin dall'ingresso, Wulfric si rende conto che le cose saranno molto diverse da quanto sperato, in quanto sono state organizzate due settimane di divertimenti e svaghi per festeggiare il fidanzamento della figlia dei loro ospiti. Tra tutti i partecipanti, che non vedono l'ora di attirare la sua attenzione, il Duca viene colpito sfavorevolmente dalla più improbabile delle invitate, ovvero l'esuberante Christine Derreck, la povera vedova di un secondogenito di un barone.


Christine è quanto di più lontano esista dal prototipo di donna che potrebbe interessare a Wulfric e lui non è certo la persona con cui Christine potrebbe socializzare: troppo impostato e rigido, quanto lei troppo esuberante e chiassosa, ma l'alchimia tra due persone è una formula strana e l'attrazione travolgente che Wulfric e Christine provano fisicamente l'uno per l'altra li lascia sconcertati.


Tra una passeggiata tra le campagne, con tanto di arrampicata sugli alberi, un tuffo nel Tamigi, Wulfric e Christine scoprono che, malgrado le loro differenze, una forza potente e sconosciuta li avvicina l'uno verso l'altra, trasformandoli o scoprendoli a se stessi e al mondo, tanto che Wulfric comincia a rendersi conto che l'aver assunto il ruolo di capofamiglia ha comportato innumerevoli sacrifici, forse anche la rinuncia della parte più sincera di se stesso.


Romanzo delizioso, fatto di battute argute, di protagonisti che si contrappongono l'uno all'altra, malgrado la passione li avvicini, con la simpatica presenza di una folla di personaggi che abbiamo imparato ad amare nel corso dei sei volumi precedenti.


La Balogh eleva ad arte in questo volume quelle che sono le sue caratteristiche tipiche: lo scontro di personalità, due protagonisti agli antipodi, la famosa proposta di matrimonio "in accettabile" e la riconquista, che abbiamo ritrovato in tanti dei suoi romanzi, ma la personalità composta, rigida e compassata di Wulfric, affiancato dall'esuberante Christine, creano un connubio assolutamente speciale e rinfrescano la storia che altrimenti sarebbe stata alquanto ripetitiva. La Balogh è sempre la Balogh e con questo volume si concludono le vicende di questa singolare famiglia aristocratica che abbiamo seguito nel corso delle loro peripezie. Nel genere rosa, la penna di Mary Balogh merita sempre una menzione speciale.



FRASI TRATTE DAL ROMANZO

Si sentiva davvero spazientito con il mondo e specialmente con la parte di esso che portava tra le braccia

***
— Deve essere strano — commentò lei — essere così ricchi.    Lui inarcò un sopracciglio per la volgarità di quel commento. Le persone ben educate non parlano di denaro.

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— Una casa tutta mia — disse. — Una carrozza, gioielli, abiti, denaro, vita sociale. E, soprattutto, voi, con cui fare l’amore regolarmente. È un’offerta quasi troppo lusinghiera. Ma devo proprio rifiutarla, sapete. Non è mai stata una mia ambizione diventare una puttana. 
  — C’è un universo intero di differenza, madame, tra una puttana e l’amante di un duca — rispose lui freddo.    
— Davvero? Soltanto perché una puttana svolge la sua professione in una soglia buia per un penny, mentre l’amante di un duca si esibisce tra lenzuola di seta per una piccola fortuna? Eppure, tutte e due vendono il loro corpo per denaro. Io non venderò il mio, vostra grazia, anche se vi ringrazio per la vostra gentile offerta. Ne sono onorata.

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Erano stati intimi, ma senza intimità.

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Incapricciato, al diavolo. L’attrazione che provava per lei lo rendeva quasi cieco. Era innamorato, al diavolo tutti quanti. Lei non gli piaceva, provata risentimento per lei, disapprovava quasi tutto in lei, eppure era follemente innamorato di lei, proprio come uno scolaretto sciocco.

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— Se avessi saputo che avrei fatto parte di una cospirazione per accasare Wulfric — disse Aidan severo, aprendo la porta per far uscire tutti — mi sarei sparato su qualche campo di battaglia e avrei dato la colpa ai francesi.

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— Voi vi comportate in modo impulsivo, inadatto a una signora, goffo e volgare — le spiegò. — Chiacchierate troppo, ridete troppo, fate sfoggio di una vivacità per nulla raffinata. Eppure, praticamente tutti coloro che si trovano intorno alla vostra aura, sono attratti da voi, come falene da una fiamma.

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Io credo che voi siate stata messa sulla terra per portare luce al vostro prossimo, signora Derrick. Io credo che dovreste smettere di credere di conoscermi e di capirmi.

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Non posso assicurarvi che diventerò un uomo diverso per adattarmi ai vostri sogni. Voi mi trovate freddo, reticente, duro, e io sono tutte queste cose. Ma non sono soltanto questo.

***

 Una volta mi avete detto che io prosciugherei la vostra gioia, ma vi sottovalutate se lo credete davvero. La gioia può essere prosciugata soltanto dalla debolezza e io non credo di essere un debole.

***

— Mi pare di capire — spiegò lei, ridendogli di nuovo, la furbetta — che sia raro come una rosa in inverno veder sorridere il duca di Bewcastle.


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