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sabato 9 aprile 2016

UN'INTREPIDA AVVENTURIERA DI LEIGH GREENWOOD


In questa settimana preparatoria al ritorno sul piccolo schermo di OUTLANDER, ho deciso di festeggiare concedendomi la lettura di un romanzo rosa che mi riproponeva praticamente lo stesso contesto storico, ovvero la Scozia del 1945, durante la rivolta giacobita.


UN'INTREPIDA AVVENTURIERA mi ha convinto a tentare l'impresa non solo per l'interesse che i libri della Gabaldon sono riuscita a sviluppare per un determinato contesto storico, ma anche per la singolare penna dell'autore, ovvero Leigh Greenwood, uno dei pochi scrittori maschi del genere. La possibilità di avere una visione "altra" di quest'universo prettamente femminile mi ha convinto ad affrontare una storia che si presentava alquanto singolare.


Lord Gavin Carlisle è per metà scozzese, grazie all'eredità materna, una madre che lui ama e venera sopra ogni cosa, al contrario dei sentimenti bellicosi che nutre invece per il padre, un uomo arrogante e violento, pronto a piegare tutti e tutto al suo volere.


Quando questi, disgustato dalla vita dissipata che il suo unico figlio maschio conduce, decide di costringerlo a sposare la sua pupilla, la giovane e ricchissima ereditiera Sara Raymond, di cui lui è tutore, Gavin rifiuta categorico questa possibilità, ma si vede costretto a dare il suo consenso sotto la minaccia di un divorzio da sua madre che spezzerà il cuore della donna, già molto fragile, e che darà la possibilità al padre di risposarsi e generare un altro erede.


Gavin accetta quindi di sposare Sara, una ragazzina che ricorda per niente affascinante, e che trascorreva i Natali a casa loro, diversi anni prima. Sara è stata allevata in un rigido istituto per ragazze di buona famiglia, sognando in segreto Gavin, il ragazzino più grande che con il suo fascino ed il suo carisma avevano conquistato la sua fantasia di bambina. Ben diverso è l'uomo che incontra all'altare e che la guarda quasi con odio, vedendo in lei tutte le violenze e le ritorsioni di un padre per niente amabile.


Sara è però una donna dolce e determinata, piena di fascino, e malgrado la disastrosa prima notte di nozze, quando Gavin decide di abbandonarla per portare il corpo della madre in Scozia, Sara si imbarca in un viaggio avventuroso che la porterà non solo nel cuore della Scozia, ma anche nel pieno della rivolta, al fianco dell'esercito Scozzese, del famoso Bonnie Prince, e tutto per ritrovare un marito che ha una folle paura di innamorarsi.


Di questa storia ho trovato debole sicuramente il protagonista, che per tutta una serie di disavventure personali e timori, è propenso a trattar male una donna che solo vuole amarlo e che sicuramente non è responsabile di tutto quello che lui ha sofferto.


Sara invece lo ama contro ogni logica, come se aggrappandosi a lui volesse salvare il suo sogno d'infanzia. Gavin il più delle volte è sgradevole e crudele nell'umiliarla con le sue amanti, o nei suoi ingiustificati eccessi di gelosia.


Molto più interessante è la parte avventurosa, il viaggio che Sara intraprende per ritrovare il marito e che pian piano la trasformano in una donna, lasciandosi alle spalle la bambina che è stata. È un romanzo con elementi sicuramente positivi ed altri meno forti. Ad esempio il raccontare il litigio finale, quando Gavin sorprende Sara con Fraser, mi ha privato di un confronto diretto e reale con la situazione, filtrandolo attraverso la percezione confusa del protagonista. Ma nel complesso la storia è interessante ed avventurosa, ideale per chi vuole approfondire questo periodo e la storia leggendaria di Bonnie Prince Charlie e di un manipolo di uomini traditi dagli ideali e dalla storia.

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